Cucinando con viaggiatori

Dopo aver curato per molti anni la cucina dell’agriturismo Il Rigo, di proprietà della famiglia la cui tradizione oggi continua grazie all’impegno della figlia Luisa, Lorenza ha deciso di dedicarsi maggiormente ai corsi di cucina, come fa già da molti anni.

Lezioni o esperienze?

Le chiamiamo “Cooking class” ma dovremmo chiamarle “Cooking experience”, oppure “ prepariamo insieme il pranzo”, Qualche volta è uno scambio reciproco perchè le ricette sono una parte importante della nostra cultura, in Italia direi essenziale! E’ il modo di cucinare un prodotto che fa la differenza. Ad eccezione di poche cose, tutti usiamo cereali, farine, legumi, verdura e frutta. Ma un’erba aromatica o una spezia possono renderli molto diversi.

Io cerco sempre di capire perchè un cibo è preparato in un modo piuttosto che in un altro… e queste storie riempiono gli spazi – pochi per la verità – mentre le nostre mani sono occupate a impastare, tagliare, montare, arrotolare e mescolare.

Con Stephen, Steve, Tanja e Lolita abbiamo passato una bella mattinata in cucina. Mi piace quello che hanno detto: siamo viaggiatori, non turisti. La differenza è grande. Da turisti abbiamo delle aspettative, andiamo in un posto di cui abbiamo letto e se la nostra esperienza risulta diversa siamo delusi.

I viaggiatori si spostano per conoscere, non per trovare luoghi cartolina già immaginati prima. Oggi tutte queste foto limitano la nostra capacità di vivere delle esperienze autentiche. E succede che alcuni luoghi diventino cartoline e perdano la propria identità nel tentativo di soddisfare unicamente le esigenze dei turisti.

Sono felice che a me capiti raramente.

A tavola non si invecchia

Per questi quattro amici, che avevano chiesto un menù vegetariano, ho fatto uno strappo alla regola che vieta agli italiani di servire più di un primo piatto durante un pasto: stavolta ne abbiamo preparati e assaggiati tre. Ma il pranzo non mi sembrava completo senza un secondo piatto e quindi abbiamo anche preparato una torta di porri e abbiamo terminato con gli immancabili cantucci alle mandorle che da soli mettono il nome Toscana su questo pranzetto.

E dopo aver tanto lavorato insieme è bello gustare il pranzo senza fretta perchè, come dice appunto il proverbio, non è tempo sottratto alla vita, è proprio…un bel vivere!

Ringrazio Stephen per le bellissime foto e Tanja, Lolita e Steve per essere venuti a trovarmi!

Il menù

Tagliolini al limone

Tortelli di zucca e amaretti

Pappardelle al basilico
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Flan di porri

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Cantucci alle mandorle

La ricetta dei cantucci tradizionali

Ingredienti:

farina 00 gr. 600 ( oppure 300 gr farina “00” e 280 gr farina di farro)

mezza bustina di lievito

500 gr. di zucchero

3 uova intere e 2 tuorli ( non buttare gli albumi!)

1 bicchierino di Vin Santo

300 gr mandorle con la buccia, leggermente tostate per 5-6 minuti

Mescolare la farina, il sale e il lievito, e quindi le uova, i tuorli e il vin santo.

Impastare velocemente, aggiungere le mandorle e continuare ad impastare, se occorre infarinandosi le mani.

Formare con la pasta ottenuta dei filoncini di 2,5/3 cm di diametro e porli ben distanziati su una teglia coperta di carta da forno

Spennellarli con parte dell’albume avanzato e infornare a 180° in forno ventilato.

Cuocere per circa 25 minuti, estrarli dal forno e quando sono ancora tiepidi ( non bollenti) tagliarli obliquamente formando i classici biscotti.

Rimetterli quindi in forno per farli tostare leggermente, 5-7 minuti.

Servire con un bicchierino di Vinsanto dove è tradizione inzupparli per renderli più morbidi.

Questi biscotti si conservano molto a lungo in scatole di latta o barattoli di vetro.

 
I Prossimi Eventi
 
 

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