Una giornata speciale
“La nostra casa è stata costruita nella metà del 1600 per Matteo Naldi, medico e cameriere segreto di papa Alessandro VII, al secolo Fabio Chigi...”
E’ così che inizio sempre il racconto della storia della dimora, nella Giornata Nazionale ADSI l’ho ripetuto decine di volte. Ma poi la visita prende sempre direzioni diverse, mi piace interagire con i visitatori e cerco di assecondare il loro interesse verso l’architettura e la costruzione o verso i personaggi che hanno abitato queste sale e i loro amici e colleghi oppure cercando di immaginare la vita quotidiana come forse si svolgeva qui….
Serena e Cesare hanno pensato a una gita in Valdorcia per festeggiare la loro giornata speciale e hanno chiesto a Matteo e Dovile, bravissimi fotografi che sanno come “cogliere l’attimo”, di aiutarli, così hanno cominciato la loro giornata con una visita a Casa dell’Abate Naldi.
Vita quotidiana in una dimora del XVII secolo
Siamo entrati subito in sintonia, Serena ama i fiori che sono il filo di ispirazione del suo lavoro di web designer, e in questo mese il piccolo giardino pensile ci regala le fioritura più belle prima del riposo invernale. Cesare è ingegnere civile, costruzioni e ristrutturazioni sono il suo pane quotidiano, e può capire meglio di altri quando raccontiamo che per costruire la casa sono stati utilizzati pezzi di case preesistenti per cui quello che un tempo era una porta è diventato un camino e si scoprono architravi in pietra a pochi centimentri dal pavimento. Un tempo ogni mattone aveva un grande valore e non si sprecava niente, dovremmo ricordarcene più spesso oggi.
Io e Vittorio abbiamo letto che Matteo Naldi corrispondeva con altri scienziati del suo tempo, tra cui Francesco Redi, professore alla Università di Pisa tra i primi a confutare le teorie sulla generazione spontanea. Sembra che i due si scambiassero opinioni circa un certo Galileo dalle idee sicuramente sbagliate che comunque non era il caso di perseguitare come eretico….
Il pavimento del salone è originale in cotto fatto a mano, e immaginare questi personaggi incontrarsi tra queste mura non è difficile. La casa era stata costruite per ragioni di rappresentanza, per ospitare l’Abate Naldi e per favorire gli incontri con tutti i personaggi della corte che seguivano il papa nei suoi spostamenti tra Roma e Siena , passando per San Quirico d’Orcia.
Chi soggiornò invece molto più a lungo a San Quirico fu il cardinale Flavio Chigi, nipote del papa, che fece costruire pochi anni dopo il Palazzo Chigi oggi sede del Comune. E nel suo trasferimento da Roma a San Quirico , il cardinale Flavio si portò dietro Angelo Simonelli, un antenato di Vittorio già curatore delle collezioni d’arte Chigi e Doria Panfili a Roma. Da allora la casa è sempre stata nella famiglia Simonelli che l’hanno sempre conservata come una delle case della famiglia e dove libri, mobilia e ricordi si sono stratificati nel corso dei secoli fino ai nostri giorni.
Torniamo nel salone dove questa stratificazione dei tempi è ben visibile nelle decorazioni che stiamo mostrando a Serena e Cesare. Le quattro porte che si aprono nel salone hanno un decoro verde e ocra che ritroviamo nelle altre stanze della casa che si susseguono una in fila all’altra, dal balconcino sulla via principale fino al giardino pensile sul retro, ricavato in uno degli “horti conclusi” che entro le mura della cittadina medioevale.
La decorazione delle porte è molto bella ed è una delle particolarità più spettacolari di questa dimora. Molto interessanti i decori della parte alta delle pareti, databile tra la fine del ‘600 e l’inizio del’700, intervallati da piccoli paesaggi monocromatici in blu o in seppia. I travetti sono sorretti da piccoli capitelli in gesso che rappresentano volti diversi, angioletti, teste col turbante e volti mostruosi, che meriterebbero uno studio più approfondito.
La parte centrale delle pareti è stata invece ridipinta in epoca ottocentesca, con nastri e fiori e con gli stemmi delle famiglie che si sono imparentate con i Simonelli nel corso degli anni.
Vittorio racconta:” le proprietà delle famiglie come la nostra si rimpicciolivano quando venivano divise tra gli eredi e si ingrandivano nuovamente con i matrimoni che tradizionalmente avvenivano con altre famiglie del vicinato, in una sorta di continua fisarmonica che ruotava sempre intorno agli stessi terreni”.
Il legame con la terra
In Toscana la terra era gestita col sistema a mezzadria, basato sul principio che il valore della proprietà e quello del lavoro fossero equivalenti. Alla famiglia del mezzadro veniva affidato un podere, una unità che comprendeva la casa e una porzione di terra sufficientemente grande alle necessità della famiglia.
In Valdorcia i poderi erano piuttosto grandi perchè la terra argillosa non dava produzioni abbondanti ed era per lo più utilizzata come pascolo per le pecore, salvo piccoli appezzamenti dalla terra migliore riservati al grano, intervallati da piccoli oliveti e qualche filare di vigna: non c’era podere che non ne avesse una. Questo sistema ha portato alla formazione del decantato paesaggio toscano. Il mezzadro si sentiva maggiormente coinvolto del bracciante nella cura del fondo e piantava volentieri alberi nella speranza che uno dei suoi figli potesse continuare dopo di lui a risidere nel medesimo podere o a trasferirsi in uno più grande se la famiglia si ingrandiva.
Ma negli anni ‘50 lo spopolamento delle campagne e la cosiddetta “rivoluzione verde” con l’introduzione di trattori, concimi chimici e varietà selezionate ha completamente stravolto l’agricoltura. Negli anni 70 del secolo scorso la mezzadria come forma di conduzione è stata messa fuori legge e Vittorio ha preso in mano la conduzione della terra di sua proprietà trasformandosi in imprenditore agricolo e mettendo in secondo piano il suo amore per la Storia che è rimasta comunque sempre al centro dei suoi interessi culturali.
Oggi l’Azienda Agricola Il Rigo è il motore economico per tutta la famiglia. Vittorio ha passato la conduzione dell’azienda a nostra figlia Luisa e a suo marito Matthias che hanno dato una grande spinta al percorso già iniziato di agricoltura biologica introducendo varietà di grani antichi, un orto e una coltivazione di fiori per decorare la casa in occasione di feste e matrimoni. Anche I fiori che oggi decorano le sale di Casa dell’Abate Naldi vengono dall’orto di Luisa che ha creato per l’occasione bellissime composizioni.
Il tempo passa in fretta e le cose da dire sono tante. Con i nostri ospiti ci sediamo un momento davanti al camino acceso in sala da pranzo, ci concediamo un bicchiere di vino accompagnato con frittelline calde di fiocchi di avena e timo mentre continuiamo a chiacchierare. Il camino è un pezzo unico di travertino scolpito con lo stemma Simonelli in posizione centrale. Mostriamo a Serena e Cesare due pezzi in ceramica del 1700 decorati con lo stemma dell’Abate Naldi al quale ci siamo ispirati per il logo della dimora.
Il giardino pensile
Il giardino è uno degli elementi decorativi di pregio di questa casa. Vi si accede attraverso una sala, chiamata la Stanza del Giardino, dove si trovano quattro cantoniere che riprendono il decoro delle porte e da cui si accede direttamente al giardino.
Anche da qui è passata la storia: infatti il giardino prima della guerra era esclusivamente un giardino all’italiana con alte siepi di bosso e non c’erano le due terrazze laterali che erano infatti due ali della casa crollate nel 1944, quando una bomba è caduta nel giardino, distruggendole. Anna Simonelli, la mamma di Vittorio, decise allora di non ricostruirle allargando lo spazio vivibile del giardino che è un bellissimo spazio privato dove dalla colazione del mattino, alla siesta del pomeriggio si trascorrono molte ore nella bella stagione.
Prima di pranzo un’ultima avventura, saliamo nel torrino, il punto più alto di San Quirico da quando la Torre del Cassero è stata abbattuta nel 1944: da lassù si vede Il Rigo, la nostra azienda, Monticchiello, Radicofani, il Monte Amiata ,Montalcino, oltre naturalmente agli Horti Leonini, il giardino rinascimentale gioiello di San Quirico, il cui disegno pare sia attribuibile a Michelangelo Buonarroti.
I Prossimi Eventi
La Casa dell’Abate Naldi ospita le Lezioni di Cucina de Gli Archi Culinary School, eventi musicali, mostre di Arte ed Artigianato.
Clicca sui giorni del Calendario per scoprire quali sono i prossimi eventi, ti invitiamo a partecipare e a venire a conoscerci a S. Quirico d’Orcia, in Toscana.